La malattia renale si manifesta solitamente con una riduzione della filtrazione renale che è opera di piccoli filtri (glomeruli, un milione per ogni rene) in grado di produrre la pre-urina (filtrato glomerulare, valori normali >90 mL/min).
Quando il valore è cronicamente inferiore a 90 mL/min si parla di insufficienza renale cronica, malattia che ha un sicuro effetto negativo sull’apparato cardiovascolare quando scende sotto i 60 mL/min.
Si parla di malattia renale anche in caso di filtrato glomerulare normale (non insufficienza renale) se vi è presenza di proteine nelle urine (proteinuria) in quantità superiore a 200 mg/24 ore. Questa condizione è particolarmente importante perché denota una sofferenza dei glomeruli che porterà, se non curata, a un danno della loro funzionalità e quindi all’insufficienza renale. In caso di grave proteinuria vi è l’indicazione alla biopsia renale.
Quindi, l’attenzione del Nefrologo è focalizzata a verificare sia la presenza l’insufficienza renale che della proteinuria.
Le cause di insufficienza renale e/o proteinuria possono essere primitive (malattia solo renale) o secondarie, dovute ad altre malattie non renali ma che coinvolgono secondariamente il rene.
La malattia renale primitiva può essere genetica, come il rene policistico o la sindrome di Alport, o acquisita come le glomerulonefriti primitive che sono indotte da un difetto immunologico (deposito glomerulare di anticorpi o immunocomplessi).
La malattia renale secondaria è causata da condizioni ben note tra cui le più importanti sono il diabete mellito, l’ipertensione arteriosa, le infezioni renali, la calcolosi urinaria (100.000 nuovi casi l’anno) e meno frequentemente le malattie immunologiche come il LES e l’amiloidosi o disturbi metabolici come l’iperuricemia e l’ipercalcemia.
In Italia 1 persona su 10 ha un danno renale e più di 5 milioni di persone non sanno di essere affette da una malattia renale.
L’attività ambulatoriale nefrologica è fondamentale per la corretta diagnosi e l’appropriata terapia ma anche, nel caso di insufficienza renale cronica, per attivare tutte le misure in grado di rallentare il più possibile la progressione della malattia. L’obiettivo è quindi quello di salvaguardare il valore del filtrato glomerulare evitando soprattutto che scenda sotto i 10 mL/min quando la terapia obbligata sarebbe la dialisi e il trapianto renale.
Per prevenire l’insorgenza e il peggioramento della malattia renale cronica particolare attenzione va indirizzata al monitoraggio della nefropatia diabetica (20-40% dei pazienti diabetici) e al trattamento dell’ipertensione arteriosa (30% della popolazione) e della calcolosi urinaria (7% della popolazione).
Il compito del nefrologo è anche quello di prevenire e trattare le infezioni urinarie e istruire i pazienti all’uso corretto dei farmaci potenzialmente nefrotossici.
L’ambulatorio nefrologico ha quindi il compito di diagnosticare la malattia renale e di curarla adeguatamente anche intervenendo su eventuali fattori che l’hanno generata (i.e ipertensione, calcolosi) allo scopo di guarirla quando possibile o bloccarne l’evoluzione.